Trincee e Storia sull’Altopiano di AsiagoDove si combatté la Grande Guerra, alla scoperta della Natura. Un’escursione lunga, ma non troppo faticosa, a quote adatte a questi ultimi scampoli d’estate ma anche a giornate più tipicamente autunnali. È lo splendido giro del Monte Castelgomberto e del Monte Fior, sull’altopiano di Asiago, oltre cinque ore a contatto con la Natura e con la Storia. Perché l’escursione che vi consigliamo è disegnata nello scenario dell’Ecomuseo della Grande Guerra, nato da un progetto di recupero del patrimonio bellico che consente di riscoprire un tessuto di forme e di opere ancora straordinariamente leggibili nel territorio.

E così, alla scoperta di un gioiello geologico come la Città di Roccia, sarà possibile abbinare la visita ai luoghi nei quali si consumarono alcuni episodi tra più tragici del primo conflitto mondiale, quelli magistralmente descritti da Carlo Emilio Gadda nel suo «Giornale di guerra e prigionia» e da Emilio Lussu in «Un anno sull’altopiano».

I roccioni di Castelgomberto sotto i quali i fanti della Sassari arrivarono il 7 luglio del 1916 e dove, il giorno dopo, irruppero gli austriaci, costringendo la prima linea italiana ad arretrare sul Fior; i cippi dedicati al generale Euclide Turba, al tenente colonnello Pirio Stringa, al sottotenente Guido Brunner, medaglie d’oro al valor militare; e ancora le trincee e le caverne, che ci ricordano il sacrificio di altre decine di migliaia di soldati.

Ma mettiamoci in cammino. Sulla strada tra Gallio e Foza, all’altezza della località Baruf, a 999 metri di altitudine, si comincia a salire lungo il sentiero numero 861, seguendo le indicazioni per Monte Castelgomberto-Monte Fior. La salita è impegnativa e solo dopo più di un’ora la fatica è ripagata dallo spettacolo della Val Miela. Lasciato il bosco, si attraversano splendidi pascoli e si sale ancora fino a raggiungere prima il monumento di Bocchetta Slapeur e quindi l’omonima malga (a quota 1.480, dopo un’ora e 50 minuti di cammino).  

A chi dovesse cominciare ad accusare la stanchezza, consigliamo una sosta. Poi, tornando indietro, poco prima della malga stessa si seguono le indicazioni per Monte Castelgomberto. A destra, però, c’è una delle principali attrazioni di questa escursione, vale a dire la cosiddetta Città di Roccia.

Proseguendo a sinistra, in piano, lungo i pascoli, si aggira Monte Fior lungo un avvallamento caratterizzato da altre rocce stratificate, caverne e resti della prima guerra mondiale. All’incrocio di Selletta Stringa (1.731 metri), dove sorge anche un cippo in memoria di Guido Brunner, si svolta a sinistra salendo fino alla cima del Monte Castelgomberto (1.771 metri, dopo due ore e 45 minuti di cammino), dove si trova il monumento al generale Euclide Turba. Quindi si torna a Selletta Stringa e questa volta si seguono le indicazioni per Monte Fior.  

Dopo aver incontrato nuovi resti di trincee e caverne, si raggiunge la vetta del Monte Fior (1.824 metri di quota, dopo tre ore di cammino). Tenendo la sinistra si transita per Monte Spil (1.808 metri) e si incontra il cippo dedicato al sottotenente degli Alpini Umberto Anesi. Seguendo la strada in direzione Sud si transita per la Malga Montagna Nova (1.724 metri, dopo 3 ore e mezza di cammino) e quindi, piegando a destra, si percorre il versante Ovest del Monte Fior e si scende nella conca della Città di Roccia.

Da qui, attraversando il pascolo in leggera salita, si raggiunge il bivio già toccato salendo, lo si imbocca a sinistra, scendendo a Malga Slapeur (1.628 metri di quota, dopo 4 ore e 20 minuti di marcia) e quindi lungo la Val Miela, tornando così al punto di partenza.

Maurizio di Giangiacomo - LA STAMPA.IT

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