«Non è stato necessario sollecitare la città: associazioni, compagnie teatrali, cooperative, scrittori o semplici cittadini da tempo si sono proposti con varie iniziative per ricordare i 100 anni dall’inizio della Grande guerra». L’assessore comunale alla Cultura, Franco Miracco, è piacevolmente sorpreso e soddisfatto, non si aspettava tanto interesse: «Incontrerò tutti nelle prossime settimane ed entro questo mese, o nei primi giorni di febbraio, presenterò un programma di appuntamenti tutti mirati a celebrare questo momento storico». Gli eventi previsti dal Comune nel 2014 calamiteranno tutta l’attenzione sul primo conflitto mondiale. Senza dimenticare, naturalmente, il Carnevale Europeo, il Giro d’Italia e i Mondiali di pallavolo.

Tra un mese si conosceranno tutti particolari di questa kermesse, assicurano l’assessore Miracco e il sindaco Cosolini, ma già ora molti di questi appuntamenti sonom messi nero su bianco. Il più atteso è l’inaugurazione del Museo della guerra e della pace di de Henriquez con la sua collezione di mezzi pesanti, armi leggere, documenti, fotografie (24 mila), biblioteca, archivio militare, civile e cartografico, francobolli, strumenti per telecomunicazioni e riproduzioni foniche, uniformi e copricapi, stampe, quadri e medaglie. Il museo, collocato nella ristrutturata ex caserma Duca delle Puglie di via Cumano, verrà inaugurato il 2 maggio 2014. Data non casuale: Diego de Henriquez è morto in quel giorno di 40 anni fa in circostanze misteriose durante un incendio notturno sviluppatosi in uno dei suoi depositi.

«Nelle settimane successive all’inaugurazione - afferma Miracco - in questo museo unico nel suo genere in Italia - sono previste recite, musica e video legati al libro di Gilberto Forti “A Sarajevo il 28 giugno” dove si raccontano situazioni e personaggi che ripercorrono le vicende dal 1914 al 1918, anno per anno, mese per mese e il tramonto dell’Impero austroungarico». E il 28 luglio, sempre all’interno del nuseo, una serata multimediale per raccontarte l’inizio della guerra.

Altra iniziativa, in collaborazione tra Comune e Provincia, è la mostra itinerante nelle diverse zone della città con l’intervento, di volta in volta, di scrittori, docenti universitari di Trieste e la messa in scena di spettacoli teatrali. E per le scuole l’organizzazione, curata dalle associazioni, di “viaggi” in trincee e cimiteri militari.

Altra mostra che il Comune sta organizzando «e che potremo intitolarla - sottolinea l’assessore alla Cultura - “Trieste e l’Austria 1866-1914”» riguarderà opere di pittura, scultura, poesia, teatro e aspetti della psichiatria: sarà inaugurata probabilmente prima dell’estate. A questa rassegna Miracco ci tiene in modo particolare: «La mostra troverà spazio in tutti i musei e in altri luoghi, dal Revoltella all’ex Pescheria tanto per capirci, e farà rivivere la grande cultura europea che aveva a Vienna e a Trieste i suoi centri, fino appunto allo scoppio della guerra. E qui mi aspetto il contributo dai privati, e cioè che mettano a disposizione eventuale materiale in loro possesso». E in questa prospettiva si colloca anche la mostra su Mario Ghega, ingegnere progettista di strade e ferrovie, conosciuto per aver costruito la ferrovia del Semmering, che parte a Gloggnitz e arriva a Mürzzuschlag.

“Trieste Estate” avrà la sua normale programmazione con i il Festiva del jazz e le feste nei rioni. Altra novità: “I giorni di Trieste - Lezioni di storia” promosse dal Comune e ideate dagli Editori Laterza, realizzate anche con la collaborazione del Piccolo che dal 27 ottobre (e fino al 23 febbraio) ogni domenica mattina appassiona il pubblico al Verdi, saranno riproposte da marzo o aprile. Le conferenze questa volta saranno incentrate sui risvolti sociali della Grande guerra a Trieste, in particolare proprio nel 1914.

«Ma quello che bisogna fare - conclude Miracco - e non solo guardare al passato ma cercare di interpretare il presente e il futuro in questa Europa che è cambiata. Per questo penso a incontri con uomini di Stato, registi, scrittori delle nazioni e regioni che appartenevano all’impero Austroasburgico che possano raccontare come si è modificato tutto questo territorio e gli obiettivi futuri. Va bene guardare il passato, ma davanti a noi abbiamo altri orizzonti».

Ferdinando Viola
per ilpiccolo.gelocal.it

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